Luminar 3

La libreria arriva su Luminar.


Finalmente ci siamo: la versione 3 di Luminar con il supporto per i cataloghi (DAM) è alle porte! Vediamola insieme, cercando di capire se possa essere un degno sostituto di Lightroom.

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Utilizzo di Luminar 3

Innanzitutto diciamo che i cataloghi vengono gestiti a cartelle: è possibile lavorare su una o più cartelle, che saranno tenute sincronizzate. Non esiste una procedura di importazione, ma semplicemente aggiungendo una cartella (nella parte Folders) essa viene gestita dal catalogo, senza bisogno di alcuna importazione. Aggiungendo una cartella vengono automaticamente aggiunte e tenute sincronizzate tutte le sottocartelle. Ogni modifica su File System viene automaticamente letta da Luminar e viceversa. A differenza di Lightroom quindi non sarà mai possibile avere file mancanti.

Aggiungiamo la directory RAW_LOCALI e in automatico vediamo anche le foto delle sottocartelle. Se seleziono la cartella padre (qui: RAW_LOCALI) vedo le immagini di tutte le sottocartelle, selezionando invece una delle sottocartelle vedo logicamente solo quelle fisicamente dentro di essa


Se poi sul file system creiamo una nuova sottocartella essa viene automaticamente aggiunta e sincronizzata, senza bisogno di fare nulla.

Per ogni file è possibile assegnare una classificazione in base alle stelle (da 1 a 5), un colore (verde, giallo, rosso, ecc) oppure indicarlo come preferito (pick) o come rifiutato. Ti ricorda qualcosa? Si, è esattamente come avviene in Lightroom. Anche le scorciatoie da tastiera sono fortunatamente le stesse: tasti da 1 a 5 per le stelle, da 6 a 9 per i colori, P per favorite (che Luminar mostra con una icona a forma di cuore) e X per rifiutate. Le immagini rifiutate vengono mostrate leggermente grige e con una X posta in basso a destra.


Come puoi notare dalle immagini sopra l’interfaccia resta sempre molto moderna e pulita. Le foto sono sempre al centro di tutto il workflow. Inoltre, usandolo ci si rende conto che la velocità nella creazione delle anteprime sulla griglia è impressionante. Ma non solo: è tutto il software ad avere una velocità impressionante. Ottimo lavoro da questo punto di vista. Facendo doppio click su un’immagine della griglia essa viene aperta a tutto schermo. Per fare uno zoom al 100% è invece sufficiente un click singolo: questa è la prima funzione che necessita di un rendering al 100% della foto. Mentre viene creata l’anteprima viene visualizzato un testo “Image processing” in basso a sinistra. Questa operazione è ovvia e necessaria, tuttavia anche in questo caso risulta essere molto veloce. Più di quanto pensassi.

Per ottimizzare e postprodurre un’immagine è sufficiente selezionare la voce Edit in alto a destra. L’interfaccia qui è sostanzialmente identica alla corrente versione di Luminar 2018, con i preset in basso e i filtri applicabili a destra. Non mi dilungo su questa parte, rimandando al tutorial (tuttora valido) presente su questo sito.

Tutte le modifiche fatte sono, ovviamente, non distruttive e non necessitano di nessuna operazione di salvataggio: le impostazioni vengono salvate direttamente nel catalogo. A proposito: il file del catalogo resta sempre molto piccolo, anche dopo aver applicato timbro clone o rimozione oggetti.


Il pannello della storia delle modifiche è stato spostato e anche questo viene automaticamente salvato nel catalogo: alla successiva apertura del programma abbiamo tutto come è stato lasciato dalla sessione precedente.


Una cosa molto interessante è che anche i timbri clone, le maschere, le cancellazioni di elementi lavorano tutti sul file RAW e vengono quindi salvati come normali aggiustamenti. Non necessitano, come in altri software tipo OnOne PhotoRAW, di convertire l’immagine in TIFF o PSD.

Per provarlo applichiamo ad esempio una cancellazione di elementi alla foto:


Il risultato è un’immagine con due livelli (nota l’Erased Image Layer). Questi livelli sono virtuali, e salvati direttamente nel catalogo


A livello di gestione sono ovviamente presenti gli album (ma non i corrispondenti delle Smart Collection di Lightroom). Nella seguente immagine ti faccio inoltre notare che le foto postprodotte sono ben riconoscibili da un piccolo simbolo in alto a sinistra (vedi immagine in bianconero).


La ricerca di immagini specifiche è gestita in modo molto semplice dalla voce Showing. Qui possiamo scegliere solo immagini di un determinato numero di stelle, di un certo colore, ecc. Il pannello di destra consente invece di tenere traccia di tutte le foto nella nostra libreria.


Purtroppo non è possibile applicare filtri complessi, tipo tutte le immagini con 3 stelle che non sono ancora state ottimizzate. Confidiamo in una prossima aggiunta di questa funzione.

Nota nell’immagine sopra una particolare voce: Quick Edits. Qui vengono registrate, come storia, le modifiche fatte ad immagini al di fuori delle cartelle del catalogo, ossia usando Luminar 3 allo stesso modo di Luminar 2018: aprendo manualmente i singoli file.

Può sostituire Lightroom?

Dopo aver visto come funziona Luminar 3 chiediamoci: può sostituire Lightroom? A mio parere la risposta è “dipende”. Dipende da come e da cosa usi di Lightroom. Partiamo però da una considerazione: Luminar è molto ma molto più veloce. L’interfaccia è poi molto più moderna e utilizzabile. Per poter essere un sostituto di Lightroom al 100% manca tuttavia di alcune funzioni:

  • importazione: l’importazione da schede di memoria e copia su disco fisso non è ancora implementata (almeno nella versione Windows)
  • smart collection: in Luminar sono possibili solo album normali e non smart
  • rinominazione di immagini: non è possibile rinominare automaticamente un insieme di immagini. Certo, è possibile farlo su file system e le modifiche vengono automaticamente riportate in Luminar ma è molto più complesso rispetto al premere il tasto F2 di Lightroom
  • esportazione: in Luminar le opzioni sono molte meno, non ci sono i watermark e non è possibile farne più di una contemporaneamente
  • stampa: la gestione delle stampe in Lightroom (gestione colore, tipi da carta, ecc) è ancora molto più evoluta
  • le modifiche dei RAW sono salvate nel file del catalogo: non viene creato nessun file collaterale (tipo XMP) quindi diventa difficile usare le stesse immagini su più cataloghi o spostarle da un computer ad un altro
Per un utente però che non ha queste esigenze Luminar 3 è, a mio parere, un’ottima scelta: veloce, facile da imparare e molto potente.

Problemi riscontrati

Nessun software, almeno all'inizio, è esente da problemi. E Luminar 3 non fa eccezione. Personalmente ho riscontrato questi problemi:
  • saltuari crash
  • lo spostamento di file tra cartelle non ha copiato tutti i files
  • la visualizzazione di alcune immagini post crop non era perfetta
Sono assolutamente convinto che a breve queste problematiche verranno risolte con i prossimi aggiornamenti.

Per le funzioni che ancora mancano (vedi paragrafo precedente) invece dovremo sicuramente attendere un pochino di più, ma da come hanno lavorato sulla scorsa versione scommetto che entro pochi mesi avremo un prodotto maturo e fatto molto bene.

Una nota sulla gestione dei RAW Fijifilm: a mio giudizio sono resi in modo eccellente, quasi a livello di Capture One.

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